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Self publishing – Se volessi scrivere un libro contenente un argomento che riguarda il mio lavoro, pubblicandolo autonomamente senza affidarmi a una casa editrice, per venderlo su Amazon, potrei farlo?

Di farlo si può fare, ovviamente, ma è necessario essere fiscalmente a posto per evitare rischi di sanzioni.

Prima di iniziare questa attività, quindi, è bene informarsi.

Nel caso specifico è possibile che si presentino due situazioni diverse:

1) tu scrivi il libro o l’e-book in modo del tutto indipendente e poi ti affidi ad una casa editrice (offline o online) che si occupa di pubblicarlo.

Tu quindi sei semplicemente l’autore che cede i diritti sulla sua opera e l’editore ti paga un compenso per la cessione dei diritti d’autore. In questo caso non è necessario aprire la partita iva ma sarà sufficiente rilasciare una ricevuta sulla quale viene applicata una ritenuta d’acconto del 20%. Su questi redditi andranno poi pagate le imposte effettivamente dovute in sede di dichiarazione dei redditi.

2) Tu scrivi il libro (o lo fai scrivere ad un ghost writer per tuo conto) e poi lo pubblichi. Ti affidi ad un terzo distributore per la vendita (ad esempio online). 

In questo caso tu non rappresenti un autore che cede i suoi diritti ma sei un vero e proprio imprenditore perché ti occupi di tutta una serie di attività come l’analisi del mercato per individuare i temi più interessanti per gli acquirenti, editing (come la scelta e creazione della copertina), promozione e pubblicazione del libro. La tua attività è quindi professionale ed organizzata, per questo motivo dovrai aprire la partita iva e dovrai farlo fin da subito: non è possibile fare come fanno in tanti ovvero attendere il superamento della soglia dei 5.000€, perché la vendita online di beni non è mai considerata occasionale, essendo i beni acquistabili dai clienti 24 ore su 24 e ogni giorno.

Se ti appoggi a distributori come Amazon quello che devi fare, prima di tutto, è leggere il contratto relativo al servizio perché da lì potrai comprendere se la piattaforma di turno (Amazon) si configura come editore o come distributore del libro.

Il punto è che Amazon nei suoi contratti definisce impropriamente come “royalties” i compensi per la vendita sulla sua piattaforma.

Non è corretto considerarli “diritti di autore”: si tratta, infatti, di compensi che l’imprenditore paga ad Amazon per sfruttare la piattaforma di distribuzione e non di compensi per lo sfruttamento di diritti d’autore per la creazione dell’opera (il libro).

Anche se sul contratto si parla di “royalties/diritti d’autore” bisogna prestare attenzione alla sostanza e non alla forma! Questo è un principio base del fiscale e del tributario: a prescindere da come vengano definiti i compensi, bisogna osservare la natura degli stessi.

In questo caso, nella sostanza, Amazon è un distributore del libro e non un editore e tu sei un imprenditore e non un autore che cede i suoi diritti.

Per questo motivo dovrai aprire partita iva, con tutti i conseguenti adempimenti contabili, fiscali e previdenziali.

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